Coronavirus ha cambiato scelte d’arredo?

di Valentina Cervelli Commenta

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Il coronavirus ha cambiato davvero le scelte d’arredo degli italiani? La risposta, per quanto potrà sembrare incredibile ad alcuni, è positiva: e non si tratta di un cambiamento leggero. Il lockdown di marzo ed aprile non ha portato infatti nelle persone solo una maggiore consapevolezza di se stessi ma anche un approccio differente allo spazio nel quale vivono.

Open space non piace più come prima

L’essere costretti a rimanere a casa il più possibile ha portato gli individui a vedere con occhi diversi la propria abitazione, il modo in cui gli spazi sono organizzati e di conseguenza la tipologia di mobili usati. Ci si è trovati improvvisamente a rendersi conto di cosa fosse superfluo e di cosa in realtà servisse: una sorta di decluttering mentale che ha coinvolto le scelte d’arredo fatte in passato.

Una delle prime cose accadute è che ci si è resi conto che non sempre la casa piccola, il mini appartamento trovato comodo fino a questo momento lo era davvero in ogni senso, soprattutto se caratterizzato da un open space capace di unire cucina e zona living. Adesso le richieste delle nuove abitazioni, sia in affitto che in compravendita comprendono ampi spazi, possibilmente luminosi, dotati di balconi e terrazzi. Non solo: l’open space viene rifiutato in cambio di stanze separate tra loro e nelle quali è possibile avere un po’ di privacy. Il lockdown ha messo a dura prova la tenuta mentale della gente, portandola a rendersi conto di avere bisogno di spazio e di un arredamento versatile capace di concedere l’esecuzione di moltissime azioni che di solito non vengono preventivate in casa.

L’open space, che dava l’illusione di avere più spazio a disposizione, passa quindi di moda e con esso tutte le soluzioni di arredo ad esso legate.

Meglio i mobili a scomparsa

Casa diventa sinonimo di necessità di spazio privato e multitasking allo stesso tempo. Questo significa rinunciare a mobili ingombranti ma puntare su soluzioni modulari, preferibilmente a scomparsa che consentano di poter lasciare libero lo spazio quando non vengono utilizzate. O ancora tavoli allungabili che consentano con il giusto posizionamento di poter essere utilizzati da più persone per azioni differenti o addirittura creare una sorta di studio per lo smart working.

I mobili convertibili, un esempio tra tanti le librerie girevoli, sono diventati i prediletti per ottenere una giusta separazione degli spazi. Il non poter uscire da casa ha portato anche ad una rinnovata spinta green, sia nei materiali che nella presenza delle piante in casa.

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