Arredamento a basso costo o fast deco

Arredamento a basso costo? È chiamato anche fast deco e si scosta dal concetto di arredamento low cost nel reale senso della parola. Cerchiamo di fare maggiore chiarezza.

Il problema dell’arredamento a basso costo

Quando infatti parliamo di arredamento a basso costo in realtà parliamo di marchi come Zara Home che offrono affari di ciò che avviene con la fast fashion dell’abbigliamento, complementi d’arredo a basso costo.

Il cui problema non è il prezzo finale quanto la sostenibilità della produzione. Soprattutto nel caso in cui questi mobili vengano acquistati molto velocemente e con altrettanta velocità gettati via. Lo ripetiamo, il problema sono i costi e la sostenibilità della produzione. E il fatto che in molti li considerino come qualcosa da usare una volta o per un’altra stagione e poi buttare.

Tanto per i mobili quanto per i vestiti, bisognerebbe fare un discorso differente perché c’è chi magari acquista a poco e mantiene a lungo data una difficoltà di reperimento di risorse. Però è vero allo stesso tempo che questo vizio di scartare anche l’arredamento a basso costo ha delle conseguenze non indifferenti sulla produzione di rifiuti e lo spreco di risorse.

Il problema è nato principalmente durante il periodo del covid quando la gente ha acquistava mobilio per adattare la casa ai propri bisogni. Passato il periodo difficile, i rifiuti d’arredamento sono praticamente raddoppiati.

Bisogna lavorare tutti sulla sostenibilità

Messa da parte questa considerazione dobbiamo tornare al concetto di fast deco e al suo modello di business. A essere messo sotto accusa e la messa in vendita di tantissimi prodotti a basso costo con il continuo cambiare di collezioni.

Si tratta di un approccio che stimola l’acquisto da parte delle persone. Ma attenzione abbiamo parlato di Zara Home ma potremmo parlare di Shein o della stessa Maison du Monde. La maggior parte dei marchi che si avvicinano comunque alle esigenze economiche delle persone sono anche le stesse che continuano a produrre in continuazione mobili senza tenere conto dell’impatto ambientale.

E questo rappresenta un problema. Una criticità teoricamente risolvibile partendo prima di tutto da un riciclo dei materiali e da un approccio più ecologico all’intera produzione. Proseguendo da parte del compratore con un utilizzo più a lungo dell’arredamento a basso costo. Perché se compriamo questo tipo di complementi per capriccio diventa inaccettabile a 360 gradi l’acquisto.

Se acquistiamo perché non abbiamo abbastanza risorse per poter comprare mobili di cui necessitiamo, dobbiamo perlomeno essere coscienti di come tutto questi vengano prodotti. Serve una maggiore sensibilità e una maggiore conoscenza.

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