Expo 2015, Padiglione Cina: Vanke presenta la realtà internazionale intorno al cibo

di Gianni Puglisi Commenta

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E’ l’archistar americano Daniel Libeskind a firmare il progetto del Padiglione Cina per Expo Milano 2015, in collaborazione con l’exhibition designer Ralph Appelbaum e il graphic designer Han Jiaying.
Il progetto sarà realizzato per il colosso immobiliare cinese Vanke, multinazionale leader nel real estate che per la prima volta, nei 163 anni di storia delle Esposizioni Universali, avrà a disposizione un padiglione tutto segnando l’importante partecipazione al 2015 Progetto Expo da parte di un’impresa aziendale. Fondata nel 1984, Vanke ad oggi fornisce la quasi totalità delle unità abitative sul territorio.
Il concept progettuale, interpreta lo slogan “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”, riflettendo sul valore sociale del cibo, come momento di incontro che valorizzi le tradizioni culturali di ogni area geografica con mostrando l’internazionalizzazione della realtà contemporanea.
Wang Shi, chairman di Vanke, ha illustrato durante la presentazione a Milano lo spirito che per Expo 2015 il Padiglione Cina vuole incarnare. L’idea ispiratrice nasce dal termine “shitang”, cioè mensa, quel luogo attorno al quale si generano insieme urbanizzazione e comunità. Qui il cibo diventa un’occasione, un’esperienza per conoscere attraverso i sensi e il rituale del mangiare, la cultura e le origini di coloro con cui condividiamo il pasto.
Per questo, su una superficie di circa 1000 mq, vicino al Lago Arena e a Piazza Italia, il Padiglione Cina racconterà in maniera suggestiva e coinvolgente la storia e le antiche vicende di questa nazione. Il progetto prevede un largo uso di avanzata tecnologia per ricreare ambientazioni immersive e proporre un viaggio virtuale di scoperta e piacere.
In uno spazio unico saranno installati ben 300 schermi, disposti in maniera irregolare che proietteranno un cortometraggio con scene di vita quotidiane e un focus speciale sul ruolo della “mensa” all’interno della comunità cinese. Con una forma organica, che allude alle rocce quanto alle squame dei rettili, Libeskind ricrea una foresta virtuale, ispirandosi ad evocazioni che traggono la loro forza dalle filosofie di Confucio e Lao Tzu con innesti rinascimentali e di arte contemporanea.
Un’architettura che lavora sulla stratificazione del tempo, mescolandone elementi e principi in linee sinuose e geometrie fluide che aspirano all’unione piuttosto che alla separazione. Da qui il progetto per Expo 2015 che vuole integrare in un solo ambiente antiche tradizioni e tecnologia del XXI secolo, in un fluire continuo tra interno ed esterno, passato e presente.
Tra i Padiglioni Expo, quello di Vanke si distinguerà per l’approccio ecosostenibile alla progettazione dello stesso. Particolarmente interessante è il processo che riguarda la realizzazione della pelle esterna, costruita con pannelli di paglia proveniente da scarti di grano e rivestiti di cermit. Si tratta di un materiale altamente resistente e con specifiche caratteristiche autopulenti, capaci di trasformare le polveri in materia organica solubile e quindi lavabile dalla pioggia.

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