Expo 2015, le peculiarità del Padiglione del Giappone

La diversità armoniosa. Questo il tema sviluppato dal Padiglione giapponese all’EXPO 2015 che oltre a concentrarsi sulla condivisione e sulla necessità di non sprecare cibo, porta in scena l’armonia ambientale ed estetica anche con una declinazione tecnologica raffinata. 

Il Padiglione del Giappone, composto da 17mila pezzi di legno incastrati tra loro in modo da lasciar penetrare la luce solare, ospita un ristorante da dieci tavoli sedendosi ai quali è possibile fare un pranzo virtuale. Il cibo, infatti, appare sul piano del tavolo con una spiegazione delle sue caratteristiche.

Un altro elemento essenziale nella struttura sono le ceramiche giapponesi tradizionali che mescolano diversi stili e sono conosciute con il termine di “Utsuwa”. Come queste ceramiche, il Padiglione rappresenta la ricchezza e il sincretismo della cultura del Paese.

In Giappone la fusione tra tradizione e modernità, tra rispetto dell’ambiente e ricerca della perfezione estetica sono diventati trend proverbiali. Per questo è stato proposto un Padiglione, che si sviluppa su uno spazio espositivo di 4.170 metri quadri, con un’ampia entrata e uno sviluppo in lunghezza, come una delle case tradizionali di Kyoto. Oltre a materiali naturali come bambù e legno, non mancano tecnologie informatiche e sistemi per il risparmio energetico.

Progettato dall’architetto Atsushi Kitagawara è indicato come uno dei Padiglioni più ragionati. Anche il simbolo del padiglione che è un logo con il motivo dell’Iwaibashi – un tipo di bastoncino che viene usato a tavola per le occasioni di festa, con le estremità più sottili – è stato disegnato per richiamare la E della scritta Expo.

Molto interessanti i primi due ambienti che introducono il visitatore nella struttura: si comincia entrando in una stanza che contiene alcune tipiche stampe giapponesi che rappresentano le quattro stagioni. Poi si prosegue in un altro ambiente del tutto buio, che viene illuminato da immagini e luci proiettate sulle pareti formate da specchi (tramite una nuova tecnologia di projection mapping). Così si ricreare in modo scenografico l’ambiente tipico delle risaie giapponesi.

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