Appendiabiti, più o meno belli ma sicuramente utili (foto)

di Gianni Puglisi Commenta

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L’ingresso è una parte della casa non sempre tenuta nella dovuta considerazione. Invece dal portaombrelli all’appendiabiti ci sono degli elementi che fanno parte proprio di questo ambiente, che lo caratterizzano e che generalmente sono quello che viene in contatto per prima con gli occhi di chi entra. 

Abbiamo già visto insieme i modelli di portaombrelli ed ora vogliamo soffermarci sugli appendiabiti chiamati anche attaccapanni che possono essere da fissare al muro o da tenere a terra, che sono disponibili in moltissimi colori oppure in versione super colorata. Il loro obiettivo è sempre quello di rendere la casa più comoda e  pratica.

L’appendiabiti, storicamente, ha fatto il suo ingresso nelle case a metà Ottocento quando i pizzi degli abiti delle donne non dovevano aggrinzirsi. Dai primi anni del Novecento è poi iniziata la produzione industriale degli appendiabiti, in America. Oggi ne esistono di diverso tipo e realizzati in numerosi materiali. Esistono quelli essenziali e stilizzati ma anche le versioni mini e quelle da appendere al muro. Possono essere realizzati in metallo laccato, in legno ma anche in plastica. Ed ogni attaccapanni si adatta ad un particolare stile della casa.

Alessi per esempio ha realizzato un appendino a forma di Graffetta da parete. È fatto in acciaio inossidabile con finitura soft touch e può accogliere chiavi, fogli ma anche abiti leggeri. Il suo prezzo è molto contenuto, appena 14 euro ma in fondo è adatto soltanto ad una stagione.

Più resistente è il modello Dorei di Valsecchi in legno massello di faggio con la piantana centrale verniciata di bianco che si appoggia alla parete ed è pronto da usare. Sul mercato si trova a 103 euro.

Molto curioso e costoso è l’appendiabiti da parete o soffitto realizzato da Opinion Ciatti, una cima di corda nautica intrecciata a supporto in  metallo. Costa “appena” 770 euro.

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