Case antismismiche, dal Giappone la più leggera

di Gianni Puglisi Commenta

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Case antisismiche funzionali, esteticamente belle e con il più leggero rinforzo sismico del mondo: realizzarle si può. In Giappone, il paese a più alto rischio sismico del pianeta, lo studio d’architettura Kengo Kuma and Associates ha creato una nuova struttura antisismica ancorata al suolo con 1031 aste flessibili in fibra di carbonio per l’edificio showroom di un produttore tessile giapponese Komatsu Seiten, a sua volta ideatore delle speciali corde elastiche impiegate nel progetto.

 

 

Lo studio d’architettura Kengo Kuma and Associates ha trasformato un edificio per uffici in cemento nello showroom a prova di terremoto dell’azienda di un produttore tessile, Komatsu Seiren. La struttura si trova a Nomi, nella prefettura di Ishikawa, ed è ancorata al suolo con fibre di carbonio per assicurare una piena funzione antisismica.

 

 

L’edificio di 2.874 metri quadrati chiamato ‘fa-bo’  sembra avvolto da un enorme velo da sposa, ma questo velo ha una funzione ben più che estetica.

 

I trefoli, creati proprio dalla società che opera all’interno dello stabile, sono costituiti da un composto in fibra di carbonio rivestito da un involucro in fibra sintetica e inorganica, con finiture in resina termoplastica chiamato Cabkoma Strand Rod che è considerato il più leggero rinforzo sismico al mondo.

Le fibre di carbonio sono disposte come un drappeggio intorno alla facciata; drappeggio decisivo visto che hanno una elevata capacità di trazione che non ha rivali con materiali da costruzione tradizionali quali l’acciaio e il ferro, e rinforzano l’edificio.

 

 

 

L’architetto Kengo Kuma avvalendosi della modellazione digitale, è arrivato al posizionamento di ciascuna delle  1031 aste flessibili per garantire la stabilità nel caso ci sia un sisma ondulatorio con un movimento in ogni possibile direzione.

Le corde in fibra sono considerate sette volte più forti del ferro, ed è la prima volta che questo materiale è stato usato come mezzo di rinforzo contro i terremoti. Utilizzando una tecnica tradizionale di corde intrecciate in uso in questa regione, è possibile aggiungere ulteriore flessibilità alla fibra di carbonio, fanno sapere dallo studio d’architettura Kengo Kuma and Associates.

 

 

Le corde in fibra di carbonio sono tirate su un telaio metallico posto sul tetto verde dell’edificio, coperto con pannelli porosi chiamati Green biz.

 

 

 

 

 

I vuoti lasciati tra le fibre e sono disposti in sezioni come tende, sono punti di ingresso all’edificio.

 

 

 

 

Mentre la fibra di carbonio è più tipicamente usata nel design e nelle industrie di trasporto, la sua applicazione in architettura sta diventando sempre più comune. Nel 2011 gli architetti giapponesi dell’Atelier Bow-Wow hanno completato per la prima volta la costruzione con una struttura in fibra di carbonio, il Bmw Guggenheim Lab, e l’anno scorso lo studio svedese Erik Andersson Architects ha annunciato di avere intenzione di utilizzare il materiale per costruire un ponte circolare. Kengo Kuma and Associates, infine, aha sperimentato il materiale anche in altre zone dell’edificio di Komatsu Seiren.

 

 

 

‘Fa-bo’ è uno dei tre nuovi progetti recentemente presentato dallo studio di architettura giapponese Kuma con sedi a Tokyo e Parigi. Gli altri due sono uno per uno showroom di mobili e impianto di produzione con pareti ondulate traslucide; l’altro per un centro d’arte ‘a forma di ameba’ rivestito con pannelli di alluminio porosi.

 

 

 

 

 

Fonte dezeen.com

Photo credits kkaa.co.jp

 

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