Salone del Mobile di Milano 2024, c’è anche David Lynch

di Valentina Cervelli Commenta

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Il Salone del Mobile di Milano ha aperto i battenti e come ogni anno offre agli appassionati del settore e persone alla ricerca di pezzi unici pane per i propri denti.

Tanti espositori al Salone del Mobile di Milano

Fin dalla prima giornata questo Salone del Mobile di Milano 2024 ha dimostrato di essere una vera e propria certezza. Sia per il settore sia per il capoluogo meneghino. Se le aspettative verranno rispettate ci si troverà davanti a un’edizione da record. Tecnicamente parlando sono presenti oltre 1950 espositore provenienti da 35 paesi, 185 marchi tra graditi ritorni e importanti debutti. E un totale di 174.457 m quadri di esposizione.

Ma attenzione, abbiamo anche il Fuorisalone, le biennali di bagni e cucina nonché il venticinquesimo anniversario del cantiere dei giovani creativi. E che dire della installazione di David Lynch? Davvero non manca nulla per chi ama l’arredamento e vuole visitare una rassegna che nel suo settore di appartenenza ha fatto la storia. E continua a farla.

Ovviamente ampio spazio all’interno del Salone del mobile quest’anno lo ha il made in Italy. Non che sia una novità, visto che gli espositori nostrani comunque sfruttano questa finestra per poter presentare le proprie novità: E far toccare con mano al potenziale cliente nonché all’esperto ciò che potrebbe avere o rivendere.

L’esposizione di David Lynch

Per parlare poi di tutte quelle esposizioni sia relative alla rassegna principale che al Fuorisalone perfette per poter trovare quella soluzione o quel mobile amabile da acquistare. Va detto che tra le varie cose in esposizione, a catturare maggiormente l’attenzione è stata la stanza delle idee o “A thinking room” di David Lynch. Il suo progetto ha visto la luce sopportato dalla collaborazione del Piccolo Teatro di Milano, il quale ha realizzato materialmente l’idea del regista.

Si parla di un approccio tutto nuovo al mondo dell’interior design. La stanza di colore blu è stata concepita come il cuore di una piramide nella quale si entra passando per un buio metaforico. Il quale poi sparisce davanti a un trono collegato a un tavolino a scomparsa pieno di pennelli, colori, matite e fogli per dare forma al pensiero.

La cosa che colpisce di più di questo progetto sono le linee e niente viene ricollegato ai film del regista. O qualcosa che non sia l’esperienza diretta tra luci e oggetti di questa installazione. E’ una stanza nel quale il silenzio non è pesante ma è solido. E non è difficile prevedere il fatto che sarà uno degli ambiti più visitati dell’intero Salone del Mobile di Milano.

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