EXPO 2015: le 5 cose che ci ha insegnato il Padiglione di Israele

di Gianni Puglisi Commenta

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L’esposizione universale di Milano è stata l’occasione per conoscere da vicino i trend del design e dell’architettura legati ai Paesi che hanno preso parte all’EXPO 2015. Il Padiglione d’Israele con la sua parete cangiante e l’attenzione estrema all’impatto dell’uomo sulla natura, ha molto da insegnarci. Ecco 5 punti di cui prendere nota. 

1. Israele come fucina di talenti

In Israele si trasferiscono tantissimi artisti alla ricerca di un territorio che garantisca l’espressione piena della loro arte. Esattamente come il designer Peddy Mergui di origine marocchina, naturalizzato isrealiano che ha esposto nel padiglione la sua collezione esclusiva Wheat Is Wheat Is Wheat, ovvero un insieme di packaging tipici di prodotti di largo consumo che riportano sulla confezione il nome di marchi di lusso. Così da avere la pasta Ferrari o la farina Prada.

2. I cambiamenti introdotti dall’agricoltura verticale

Il Padiglione di Israele ha declinato il tema dell’esposizione universale creando una parete coltiva, un esempio raro di agricoltura verticale riuscita che è stata una delle attrazioni più seguite dell’EXPO 2015. Si perché la parete andava seguita nel suo percorso cangiante legato alle stagioni.

3. La passione per l’innovazione

Far illustrare all’architetto che l’ha progettata, la parete cangiante, è stata una trovata pubblicitaria incredibile ma le parole di David Knafo hanno messo in evidenza soprattutto la passione nella progettazione e la voglia di essere i primi quando di parla di innovazione.

4. Nessun impatto sull’ambiente

Israele ha dimostrato di costruire e progettare delle strutture che possono non avere alcun impatto sulla natura circostante. Il Padiglione, ad esempio ha una struttura che non è provvista di fondamenta, ma ha una pavimentazione raffreddata da un sistema ramificato integrale di tubi in cui l’acqua fluisce da uno scavo vicino, riducendo così l’utilizzo di aria condizionata al minimo, con una ventilazione addizionale dal soffitto.

5. Innovazione dentro e fuori l’EXPO

Il Padiglione d’Israele ha dimostrato che la presenza all’esposizione universale non è stata di facciata perché l’innovazione è attivata e i progettisti vanno avanti. Non è un caso che in Israele esista un Parlamento considerato l’eccellenza della bioedilizia con 4700 mq di pannelli fotovoltaici. Lo sapevate?

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