Case antisismiche, a scuola dai Borbone (FOTO)

di Gianni Puglisi Commenta

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Case antisismiche: è bene andare a scuola dai Borbone. Non è detto che per realizzarle si debba guardare solo e soltanto alle tecniche d’ultima generazione e ai materiali più all’avanguardia. C’è un’invenzione d’epoca borbonica, la cosiddetta casa baraccata, di recente ufficialmente convalidata dal Cnr che, grazie alle sue strutture portanti in legno all’interno delle murature, può ancora salvare molte vite. E pensare che fu ideata nel ‘700 all’indomani di un devastante terremoto che seminò morte e distruzione nell’Italia meridionale.

 

 

 

 

Merito della nascente scienza dell’ingegneria antisismica al servizio dei Borbone se, all’indomani del terribile terremoto che nel 1783 colpì Messina e la Calabria meridionale, fu realizzata la cosiddetta ‘casa baraccata’.

La messa in sicurezza degli edifici esistenti fu garantita grazie all’uso del legno come armatura interna di struttura tridimensionale inserita nelle murature in materiale lapideo, in grado di resistere alla sollecitazioni sismiche.

L’invenzione di questa muratura rinforzata, un sistema che inscatolava gli edifici in modo da impedire che le scosse staccassero le mura e facessero collassare il tetto, fu fatta dall’ingegnere Francesco La Vega  e si fondava sugli ultimi ritrovati  della nascente scienza antisismica.

 

 

La novità fu immediatamente recepita dal governo borbonico che, sotto il regno di Ferdinando IV, redasse il primo regolamento antisismico europeo, immediatamente reso applicativo in Calabria dopo il catastrofico terremoto del 1783.

 

 

 

Il sistema della casa baraccata univa le più avanzate teorie antisismiche dell’Illuminismo a una diffusa e antica tradizione costruttiva lignea presente in Calabria. Il sistema borbonico la realizzò durante la ricostruzione in varie versioni  con telai di legno diversamente apparecchiati e con differenti dimensioni delle membrature componenti ancora oggi visibili.

 

 

 

Il governo borbonico agì in maniera tempestiva: dopo tre mesi dal terribile terremoto che causò circa 50 mila vittime, emanò il regolamento antisismico che obbligava ad attuare la ricostruzione degli edifici con il sistema  in muratura con ossatura di grossi travi legati con altri travi trasversali

 

 

 

Inoltre il regolamento antisismico dei Borbone prevedeva a livello urbanistico di tener  conto oltre che delle distanze delle edifici tra loro, delle altezze e delle dimensioni delle strade, quindi del tracciato stradale che doveva aprirsi su piazze capaci di diventare rifugio all’aperto per la popolazione in caso di scosse.

 

 

Questo nuovo sistema di costruire garantendo agli edifici una sicurezza antisismica, ha permesso di salvare molte vite nei successivi terremoti. Infine, studi e verifiche recenti hanno dimostrato la validità di questa innovazione settecentesca.

Nel corso di un convegno che si è svolto nel 2013, il Cnr ha dimostrato che la tecnologia della casa baraccata è ancora oggi in grado di offrire una valida protezione in caso di terremoto.

 

 

Durante il convegno è stata realizzata un’intelaiatura lignea riempita da muratura che replica il sistema costruttivo settecentesco ed è stata sottoposta a una serie di test. Il risultato è stato che questa tecnologia, con aggiornamenti costruttivi e fatti i dovuti approfondimenti, può essere applicata alle nuove costruzioni.

 

 

 

 

 

Fonte ivalsa.cnr.it e bollettinoingegneri.it

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